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Quello tra "individualismo" e "collettivismo" rappresenta il "grande scontro" che ha attraversato la ricerca sociale. Per gli individualisti ad esistere, ragionare, agire ed interagire sono soltanto gli individui; i collettivisti, invece, reificano, fanno diventare res, i concetti collettivi quali Stato, classi, partito, società, istituzioni. Sul piano metodologico: se ad esistere sono soltanto gli individui, allora il ricercatore sociale avrà per oggetto della sua indagine le azioni degli individui; se, invece, la realtà sociale consiste in quelle supposte entità collettive, lo scienziato sociale dovrà andare alla ricerca di quelle leggi che determinano genesi e mutamenti di simili entità. Sennonché può accadere che, relativamente a certi determinati problemi, l'attenzione degli studiosi è semplicemente scivolata via. È questo il caso degli autori i cui contributi, sullo scontro tra individualisti e collettivisti e sulle conseguenze etiche e politiche delle due tradizioni, figurano nel presente volume. Si tratta di intellettuali i quali hanno operato tra Ottocento e Novecento, e i cui scritti sempre istruttivi, non di rado polemici, sono al giorno d'oggi ancora di estrema attualità, soprattutto quando ci si trovi davanti ad una ricerca sociale in gran parte e in vario modo intossicata dalla mitologia collettivista. (D. Antiseri)